Un quartiere dimenticato dalle istituzioni
rinasce grazie al lavoro della comunità e
della Chiesa locale. Succede al rione Gazzi-Fucile
di Messina, dove l’oratorio retto dai padri
Guanelliani è da tempo diventato punto di
riferimento per i “monelli”. Così, affettuosamente,
sono chiamati i bambini e i ragazzi che frequentano
la struttura parrocchiale, guidata da don
Nico Rutigliano. Che si dà un gran daffare
per “il quartiere della chiesa che non c’è”.
Sì, perché in questo angolo di Messina è
presente la parrocchia, ma li dove era previsto
che nascesse una chiesa, a distanza di oltre
cinquant’anni vi è ancora una baraccopoli.
Ricovero che per molte famiglie rappresenta
il luogo in cui vivere, in cui crescere i
propri figli. Un valore aggiunto per il territorio,
come è stato ricordato anche ieri, durante
un convegno che ha fatto il punto sull’attività
svolta a favore dei giovani della parrocchia,
che ha visto la partecipazione di genitori
ed educatori. In questi anni, la chiesa fisica,
fatta di cemento e mattoni, quella che, nonostante
le promesse, ancora non c’è, è stata sostituita
da una chiesa fatta di braccia tese, accomunate
dall’amore verso il prossimo e verso quell’angolo
di città dimanipolazione menticato dalle
istituzioni. Questa chiesa ha poi trovato
casa (in un’ala della scuola materna, trasformata)
in una cappella dedicata a San Pio X nell’oratorio.
La parrocchia negli anni è riuscita ad ottenere
anche un locale di proprietà dell’Istituto
autonomo case popolari di Messina, all’interno
del quale sono state realizzate aule dove
si offrono gratuitamente servizi a circa
150 tra bambini e adulti, come il sostegno
scolastico, corsi di danza per bambine e
di ginnastica per le mamme, laboratori musicali
e artigianali, laboratori creativi di e animazione
ludico-ricreativa, corsi di sartoria, taglio
e cucito, e tanto altro. Oltre a queste attività
l’oratorio è riuscito a realizzare un campo
di calcio, grazie ad un terreno messo a disposizione
dall’Istituto autonomo case popolari e il
contributo di Asci Don Guanella. La struttura
sportiva è priva di cancelli, solo recinto
e la rete per trattenere il pallone. Chiunque
può entrarvi e giocare. «Si tratta di un
luogo di aggregazione prima ed educazione
poi, per bambini, giovani e adulti – sottolinea
don Nico –. Tante le mamme e nonne che sono
state tolte dalla solitudine e inserite in
un contesto di socialità e relazioni umane.
Per non parlare dei ragazzi che al posto
di videogiochi e pc, tornano a sviluppare
le loro capacità per imparare a metterle
a servizio di tutti. Ai ragazzi noi diamo
“Pane e Signore”, come ci insegna il nostro
fondatore San Luigi Guanella. Non è stato
certamente facile – prosegue il sacerdote,
responsabile dell’oratorio messinese –. I
ragazzi, in un primo momento, vedevano l’oratorio
come qualcosa di lontano, compivano persino
dei danneggiamenti. Oggi invece – conclude
don Nico – l’oratorio è diventato la loro
seconda casa». (da "Avvenire" 31/01/2016) |
Terzo incontro
VENERDI' 22 DICEMBRE
sul tema
"L'Eucarestia fa la Chiesa"
relatore P. Felice Scalia
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Padre Felice Scalia è gesuita dal 1947. Laureato
in filosofia, teologia e scienze dell'educazione,
ha insegnato alla facoltà teologica dell'Italia
Meridionale e poi all'Istituto Superiore
di Scienze Umane e Religiose di Messina.
Collabora con Presbyteri, Horeb, Rivista
del clero, Vita consacrata, Spirito e Vita
e Vita Pastorale.
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