DOMENICA DELE PALME ANNO B        28 MARZO 2021

 

1)  Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.

2)  Leggi attentamente il brano del Vangelo

 

Dal Vangelo di Marco: (Mc 14, 1-15, 47)…I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito…  «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!»… Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra…Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».”

 

3) Rileggiamo tutto il brano della Passione di Marco (Mc 14, 1-15, 47) per interiorizzare ogni Parola

4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.

 

5) Rifletti: Entriamo nella settimana, definita Santa, perché è il centro della vita di un cristiano.
Faremo compagnia a Gesù, nelle sue ultime ore anche se la nostra vita continuerà a trascorrere regolarmente. Staremo in sua compagnia, minuto dopo minuto. In questa settimana, immergiamoci in quest'atmosfera fatta di silenzio, paura, dolore e tradimenti. Saranno i giorni dell'angoscia di Gesù di Nazareth. Gesù sceglie di morire. Gioca la sua ultima carta. La morte di Dio! Allora fermiamoci e ammiriamo lo spettacolo della croce, lo spettacolo dell'amore. In questa domenica è raccontata una contraddizione. La folla che accoglie Gesù in maniera trionfale, entusiasta, che grida "Osanna al figlio di Davide" impugnando dei ramoscelli d'ulivo è la stessa che qualche giorno dopo griderà "crocifiggilo"! Pietro che dice di essere disposto a dare la vita per il Signore, ma crollerà davanti alla domanda di una semplice serva. I discepoli che sono stati con lui notte e giorno per tre anni, nel momento più doloroso del maestro si addormentano o scappano. Per non parlare di Giuda. Quando leggiamo i racconti della passione non ci sono buoni e cattivi. Ci siamo noi, con le nostre luci e le nostre ombre. Siamo noi i discepoli che scegliamo di stare dalla sua parte ma che a volte, sul più bello, scappiamo, tradiamo, e magari d'accordo con il Pilato di turno crocifiggiamo Gesù fuori da Gerusalemme, cioè lo mettiamo fuori dalla nostra esistenza. Solo se abbracciamo questa contraddizione possiamo vivere bene la Pasqua, perché la celebrazione della Settimana Santa è la celebrazione di un grande fallimento, diventata poi una grande vittoria. Se accettiamo di essere contraddittori, falliti, allora possiamo dire da che parte vogliamo stare. Nel racconto della passione secondo Marco, Gesù sta sempre in silenzio. Alle autorità religiose che gli chiedono se egli sia il messia e a Pilato che vuole sapere se è re, risponde semplicemente: "Sì, lo sono"  Poi basta. Marco ci presenta Gesù che non si ribella agli avvenimenti che non può impedire, accetta quasi passivamente quanto gli sta accadendo e, alla fine, conclude semplicemente dicendo: "Si compiano dunque le Scritture!" Tutto il Vangelo di Marco ruota attorno ad una domanda: Chi è Gesù? Ecco finalmente la risposta! Ma la professione di fede è sulle labbra di uno straniero, di un pagano, non su quelle di un discepolo:
«Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!». La confessione del centurione dovrebbe essere il punto di arrivo della nostra fede. La vera fede comincia quando sappiamo riconoscere il Figlio di Dio nel volto crocifisso di Gesù.

Proponiamoci due atteggiamenti in questa Settimana Santa:

- Sediamoci e ammiriamo questo spettacolo dandoci del tempo. Nella Settimana Santa ci viene chiesto di fermarci e contemplare. In Quaresima siamo stati noi i protagonisti (preghiere, sacrifici, penitenze) in questa settimana il protagonista è Lui! In Quaresima ci siamo chiesti cosa potevamo fare per Dio, in questa settimana contempliamo attoniti cosa Dio ha fatto per noi!

Mettiamoci da parte e ripercorriamo gli ultimi istanti della vita del Rabbì di Nazareth.

- Proviamo a vedere se ci siamo nello spettacolo della Passione. Uno spettacolo è fatto di attori protagonisti, di comparse. Sicuramente ci siamo tutti. Magari quest'anno qualcuno si riconoscerà negli apostoli paurosi, in Giuda o in Pietro, nel centurione, nelle donne sotto la croce... Fermiamoci a contemplare in silenzio e scopriremo che ci siamo davvero tutti.