PARROCCHIA SAN GABRIELE DELL'ADDOLORATA - MESSINA

ORARIO SS. MESSE: FERIALI: ORE 09.00 - 18.30                FESTIVE: ORE 09.00 - 10.30 - 18.30

15 SETTEMBRE  2024         XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B

LE MEDITAZIONI DI P. TONINO

1)  Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2)  Leggi attentamente il brano del Vangelo
Dal Vangelo di Marco (8, 27-35): “In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà»”

3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.

5) Rifletti: Il brano evangelico che oggi la liturgia ci propone rappresenta uno snodo fondamentale nel racconto di Marco. Siamo a Cesarea di Filippo, il territorio più lontano raggiunto da Gesù nel suo cammino e, proprio qui, il maestro viene riconosciuto come il Cristo, il messia atteso. Fino a questo punto i discepoli hanno seguito Gesù incantati dalla sua Parola e dai suoi miracoli. Il suo modo di parlare del Padre e la sua attenzione e simpatia verso i poveri, gli ammalati, gli esclusi ha lasciato trasparire una novità inaudita, una bellezza che ha conquistato i cuori dei discepoli e della gente. Ma ora Gesù inizia a girare le carte in tavola e lancia una domanda: «La gente, chi dice che io sia?» - «Ma voi, chi dite che io sia?».: Gesù non aveva necessità di fare un'indagine di mercato per vendere meglio il suo prodotto, la domanda in realtà era per provare la fede dei suoi discepoli. Gesù interroga i suoi, quasi in un sondaggio d'opinione: La gente chi dice che io sia? E l'opinione della gente è incerta e incompleta: Dicono che sei un profeta, uno dei più grandi! Ma Gesù, non chiede una definizione astratta, ma il coinvolgimento personale di ciascuno: "ma voi...". Come dicesse: non voglio cose per sentito dire, ma una esperienza di vita: che cosa ti è successo, quando mi hai incontrato? E qui ognuno è chiamato a dare la sua risposta. Ognuno dovrebbe chiudere tutti i libri e i catechismi, e aprire la vita.
“Va’ dietro a me, Satana!”: Gesù tratta Pietro come "Satana": per lui, il modo di pensare di Pietro, così normale per ogni uomo, è la "tentazione" per eccellenza. È facile ripetere l'errore di Pietro. Satana è incrostato nella nostra logica umana, in noi, in Pietro, nella Chiesa, nella aspirazione che noi condividiamo con tutta l'umanità, ad ogni forma di potere anche finalizzato al bene: tutto questo contrasta la novità di Gesù che è solo Amore che si dona per fare nuovo il mondo. Quante volte anche noi, come Pietro, abbiamo riconosciuto con gioia il Cristo, il Figlio venuto a salvare il mondo. E tuttavia basta poco per incrinare il nostro entusiasmo, ci lasciamo subito afferrare dalla paura dinanzi alla sofferenza e alla croce, all’insuccesso e al fallimento, all’abbandono e alla solitudine. Pietro deve ancora rimettersi in cammino, convertirsi.
“Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.” La dimensione della croce è quella che più ci identifica come cristiani. Il suo mistero deve essere accolto e accettato senza riserve e si deve essere anche pronti a farne esperienza diretta. Del resto, per quanto cerchiamo di evitarla eludendola o scaricandola su altri, la croce è sempre quella, inevitabile per tutti e di peso per chi non sa accettarla veramente come tale. Qual è la differenza fra la croce di chi crede e quella di chi non ha fede? Per chi crede nel Crocifisso essa è luogo di speranza; per chi non crede può diventare disperazione. Chi crede sa come attribuirle un senso, chi non crede può smarrire il senso della sua vita. Chi crede in essa vive di fiducia in un futuro di gloria e risurrezione; chi non crede può anche non aver futuro. La croce è garanzia di vittoria al termine della lotta, di gioia una volta terminato il dolore, di conquista una volta terminata la prova.
•    Quanto c’è dell’atteggiamento di Pietro anche in me? Forse Gesù mi sta chiedendo, di rimettermi in cammino con lo sguardo fisso solo su di Lui?

6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito.
Grazie Signore perché il messaggio di questa settimana sembra fatto apposta per la comunità che riprende il cammino all’inizio del nuovo anno pastorale. Ci chiedi personalmente, come a Pietro, di rimetterci in cammino, di seguirti sulla tua via e anche se passerà attraverso la croce, abbiamo la certezza nel cuore che tu camminerai sempre davanti a noi. Grazie Signore Gesù.

Impegno: Siamo discepoli se non rinunciamo a seguire il Maestro, altrimenti le belle risposte “tu sei il Cristo!” servono a poco.




SITO VATICAN NEWS