PARROCCHIA SAN GABRIELE DELL'ADDOLORATA - MESSINA

ORARIO SS. MESSE: FERIALI: ORE 09.00 - 18.30                FESTIVE: ORE 09.00 - 10.30 - 18.30
 
XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B

1)  Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2)  Leggi attentamente il brano del Vangelo

Dal Vangelo di Giovanni (6, 41-51) “In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?». Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».”


3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.

5) Rifletti: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato”: Siamo noi a cercare Dio o e lui a cercare noi? Noi siamo sempre tentati di ridurre l'esperienza religiosa all'iniziativa dell'uomo che, a un certo punto, decide di occuparsi di Dio. Gesù, invece ci dice che è il Padre che ci attira al Figlio, che ci viene incontro attraverso il Figlio, Parola e Pane discesi dal cielo, e ci offre di condividere la sua vita, prima di qualsiasi iniziativa da parte nostra. La reazione giusta da parte nostra è di essere pienamente disposti ad ascoltare e ad imparare. La vita eterna che noi tutti desideriamo dipende dalla fede in Cristo, da una fiducia e da un impegno costanti, che faranno cominciare la vita-risurrezione qui ed ora, garantendo la risurrezione dei corpi alla vita immortale. In attesa, i fedeli si nutrono del suo Corpo e del suo Sangue nella santa Eucaristia, costituendo a poco a poco in loro stessi una “riserva” di vita immortale. Se gli Ebrei dell’Esodo mangiarono del pane prezioso, noi non solo mangiamo qualcosa di molto più prezioso: “Il pane che io darò è la mia carne” ma abbiamo anche la gioia di contemplarlo e adorarlo tutte le volte che vogliamo.
“chi ne mangia”: Il brano del Vangelo è riempito dal verbo mangiare. Un gesto così semplice e quotidiano, così vitale, pieno di significati, ma il primo di tutti è che mangiare o no è questione di vita o di morte. Il Pane che discende dal cielo è Dio. Ciò che mangiamo ci fa vivere e siamo chiamati a vivere di Dio. Non solo a diventare più buoni, ma a nutrirci di un Dio che ci trasforma nell'intimo dolcemente e tenacemente. Assimilare la vita di Gesù non significa solo Eucaristia, non si riduce a un rito, ma comporta una liturgia continua, un discendere instancabile, a ogni respiro, di Cristo in noi. Vuol dire: sognare i suoi sogni, respirare l'aria limpida e fresca del Vangelo, muoversi nel mare d'amore che ci avvolge e ci nutre.
Se ci nutriamo di Cristo, egli ci abita, la sua parola opera in noi, dà forma al pensare, al sentire, all'amare.
“Io sono il pane vivo, disceso dal cielo”: Come potevano accettare la gente che conosceva bene la sua famiglia, i suoi parenti, il suo villaggio dove aveva vissuto una vita simile alla loro queste affermazioni? Ecco perché non vogliono credere che Dio li raggiunga attraverso un uomo che ha vissuto tra loro senza sconti e senza privilegi, condividendo le loro fatiche, le loro pene e le loro soddisfazioni. Così nella vana attesa di un salvatore paracadutato direttamente dal cielo, essi si negano ad una gioia e ad una pienezza che li raggiunge nella semplicità dell’esistenza quotidiana. Sì, perché un Dio che si fa uomo risulta terribilmente scomodo e ci obbliga a rivedere le idee che ci siamo fatte di Lui, le maschere che abbiamo costruito e appiccicato al suo volto. Gesù non soltanto ci offre il pane per la prosecuzione del cammino ma si qualifica Egli stesso come il pane di vita che pone le fondamenta di qualsiasi cammino materiale e spirituale.
- Di cosa nutro la mia anima e i miei pensieri? Quanto l’Eucarestia di cui mi nutro riesce a modificare la mia vita?

6) Prega: Grazie Signore perché tu sei il Pane vivo che mi trasmette il sapore e il gusto dell’eternità, quel piccolo pezzo di pane consacrato è un dono inestimabile che mi raggiunge. Solo con gli occhi della fede, Gesù, ti si può riconoscere, solo con gli occhi della fede si arriva a percepire l’offerta di grazia che mi raggiunge, perché tu continui a visitarmi nella semplicità e nell’umiltà.

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