23 GIUGNO 2024 XII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B
1) Invoca lo Spirito Santo
perché
possa
aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2) Leggi attentamente il brano
del Vangelo
3)
Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché
Gesù possa parlare al tuo cuore.
5) Rifletti: «Passiamo
all’altra riva», è l'invito di Gesù ad andare verso il nuovo e il
cambiamento. Quando pensiamo di essere finalmente arrivati, il Signore
ci spinge a prendere il largo. La vita è una continua attraversata dove
si lasciano delle rive per arrivare ad altri approdi. E ogni volta si
lascia il certo per avventurarsi verso il nuovo e l'incerto. Si scatena
“una grande tempesta di vento”. La tempesta, simbolicamente, è la
resistenza dei discepoli ad andare in terra pagana. Se lasciamo spazio
al nuovo, al cambiamento, ecco la tempesta! Ogni passaggio nella vita
comporta una tempesta. Le onde sono le paure che emergono in questi
momenti. Noi speriamo e sogniamo una vita tranquilla, senza tempeste
anche se sappiamo che non è possibile. Cerchiamo con tutte le forze di
evitarci le tempeste. Dobbiamo, invece, imparare ad affrontare le
tempeste fidandoci di Gesù. Smettiamo di voler controllare tutto, di
decidere e di gestire. Seguiamo Lui perché per vie che non conosciamo
certamente ci condurrà alla meta. E Gesù cosa fa nel bel mezzo di una
tempesta? Dorme! Dorme, come se non gli importasse, o perlomeno è
questa la sensazione che hanno i discepoli. Dobbiamo ammettere che non
di rado abbiamo anche noi la stessa sensazione. In alcune situazioni
Dio sembra assente, sembra che abbia di meglio da fare. Preghiamo,
magari ci rivolgiamo a qualche santo, facciamo qualche novena ma
niente. E allora ce la prendiamo con Lui pensando che se ci fosse
interverrebbe, che un Dio che dorme non sappiamo cosa farcene. Ma forse
è la nostra fede ad essere addormentata. Dio opera nella misura in cui
noi glielo concediamo. La fede richiede disponibilità, apertura. Il
problema come sempre è la nostra fede spesso infantile che cerca
miracoli piuttosto che la sua presenza. Vorremmo che Dio ci esentasse
dalle tempeste, e invece risponde dandoci tanta forza quanta ne basta
per il primo colpo di remo. Dio sembra dormire e non interviene perché
vuole lasciare alle nostre capacità, il compito di affrontare le
tempeste della vita. Siamo splendidamente e terribilmente liberi. Dio
ci rende capaci di attraversare il mare in tempesta, dobbiamo solo
ricordarci di aver preso sulla barca Gesù così com'è. «Perché avete
paura? Non avete ancora fede?». Essere uomini di fede significa opporre
ai pensieri di paura, la fiducia in Gesù e nella vita. Avere fede
significa, nel mezzo della tempesta, sapere che da qualche parte Lui
c'è. Magari dorme, magari non lo sento, ma so che c'è. Per cui lo cerco
e lo sveglio perché mi dia tutta quella fiducia di cui ho bisogno per
affrontare quella tempesta e quella difficoltà. E quando lo sveglio,
quando lo trovo, allora sono salvo.
• «Non avete ancora fede?». Gesù oggi rivolge a me la stessa domanda,
mi interrogo nel silenzio del mio cuore. • Con quali occhi guardiamo
agli avvenimenti dolorosi della nostra vita: con quelli della fede
vera, o del nostro io ripiegato su se stesso? Non sarà proprio una
mancanza di fede quella che ci fa apparire tutto come una congiura
ordita contro di noi, e ogni difficoltà imprevista una montagna
insormontabile?
6) Prega: Trasforma in
propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito.
Ogni tempesta che si scatena nella nostra vita ci turba, ci scoraggia,
e siamo tentati a credere che tutto è perduto. Aiutaci ad abbandonarci
a te, Signore Gesù, con piena fiducia, convinti che non dormi, a
resistere con coraggio alle prove, anche quando sembra che stiamo
affogando, perché ci sei tu a calmare la tempesta e a darci sicurezza.
Amen!
Impegno: La fede è un cammino
vissuto nel tempo, nella memoria viva di quanto il Signore ha fatto e
continua a compiere.