QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA ANNO B         10/03/2024
1) Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2) Leggi attentamente il brano del Vangelo Dal Vangelo di Giovanni: (Gv 3, 14-21) “In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.
5) Rifletti: Questa Domenica leggiamo una parte del lungo discorso che Gesù fa a Nicodemo, un fariseo, cioè un profondo conoscitore della Bibbia, un saggio del tempo. Nicodemo va da Gesù perché ha una grande conoscenza, ma sente che gli manca qualcosa, percepisce che c'è qualcosa che va oltre. È icona di tutti gli uomini che non si accontentano, che vogliono comprendere, vogliono capire. La sua vita non gli basta. Allora ecco che Gesù lo invita a rinascere. Rinascere vuol dire prendere coscienza che l'essenza della vita, cioè la felicità, l'amore, non sono una fortuna, non sono affidate al caso ma qualcosa che abbiamo nelle nostre mani se viviamo in un certo modo. Si sceglie di amare! Si sceglie di essere felici! Rinascere vuol dire essere protagonisti della propria vita. “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”. L'episodio a cui fa riferimento, è quello in cui il popolo d'Israele deve scontrarsi con l'esperienza della morte nel deserto causata dal morso dei serpenti. Mosè chiede al Signore di salvare il popolo, e Dio comanda che si fabbrichi un serpente di rame cosicché ognuno che lo guarderà sarà guarito dal veleno. Dio dona felicità attraverso ciò che dovrebbe uccidere. In fondo è questa l'esperienza della felicità per noi: non un Dio che ci evita la Croce, ma un Dio che può salvarci proprio attraverso di essa. Non ci salva dalla sofferenza ma nella sofferenza. A metà del cammino quaresimale la croce già si staglia all'orizzonte “bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato”. Quel Figlio che nel mistero dell'Incarnazione si era "abbassato" ora bisogna che venga appeso, innalzato, che ascenda. È l'inizio del suo ritorno al Padre, ma è anche la condizione, per chi crede, di avere nel suo Spirito la vita eterna, cioè la vita dei figli di Dio. Davanti a quel “bisogna” non possiamo che inginocchiarci. Questa Domenica della gioia ci aiuta a dire una parola chiara sulla croce, su questo grande mistero che è diventato il segno di riconoscimento dei cristiani. Il simbolo del cristianesimo è il crocifisso perché è sulla Croce che Dio ha manifestato la misura del suo amore. La croce è la misura senza misura dell’amore di Dio. «chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» chiunque crede nella folle avventura della croce, vive; chiunque si fida e scommette sull’amore, non muore; chiunque, qualsiasi cosa stia vivendo, qualsiasi esperienza abbia vissuto se, incontrando Gesù, si lascia sconvolgere dalla totalità del suo dono, rinasce. Gesù continua a essere la luce che brilla sul mondo, la misericordia che scioglie ogni vendetta, il dono che vince ogni resistenza, il perdono che può riscattare ogni colpa. In lui l’amore continua a farsi proposta, a offrirsi a noi come possibilità da scegliere per dare un senso nuovo all’esistenza. La sua croce ci svela il volto di un Dio che non si è dimenticato dell’uomo; il suo sì ci racconta la storia di una libertà che sa farsi dono, sa colorare il mondo con nuove sfumature di carità e rende possibile un futuro alternativo. Questa è la gioia che oggi deve riempire il nostro cuore. Questa certezza si fa canto, lode, benedizione, ringraziamento in questa IV domenica di Quaresima, domenica di letizia. - Riesco a capire veramente il grande sacrificio di Cristo e vivere la mia vita in modo da non vanificarlo?
6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito. Signore Gesù, dalla Croce, su cui sei innalzato, doni la salvezza a tutti: aiutaci a camminare sulle strade che tu hai tracciato, insegnaci ad essere misericordiosi con i nostri fratelli e scolpisci nel nostro cuore il tuo amore che non si ferma di fronte al nostro rifiuto. Amen!
Impegno: Facciamo risplendere la nostra fede attraverso le opere buone.