XXII
DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO A
1) Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2) Leggi attentamente il brano del Vangelo
Dal Vangelo di Matteo: (Mt 16, 21-27) “In quel tempo, Gesù cominciò a
spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire
molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e
venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte
e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non
ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me,
Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo
gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole
venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la
propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un
uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che
cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio
dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli,
e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».”
3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.
5) Rifletti: “In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli
che doveva andare a Gerusalemme” Gesù ha parecchi nemici, più volte
hanno tentato di ucciderlo, sta scomodo a un sacco di persone che
sarebbero ben contente di toglierselo dai piedi, attira invidie e
gelosie. Per molto tempo Gesù ha evitato, per quanto possibile, ogni
tipo di “grana”: se ne stava lontano da Gerusalemme e per quanto poteva
cercava di evitare un inasprimento del conflitto con le autorità. Ma a
un certo punto della sua vita, cambia direzione e progetto, va a
sfidare i suoi nemici, Gesù va a Gerusalemme.
«Lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo». Pietro vive qui il
momento della presunzione. Rimprovera Dio. È così sicuro da illuminare
Gesù sul futuro che lo attende, gli dà dei suggerimenti su come
dovrebbe comportarsi per essere veramente il Cristo. È questo, spesso,
l’atteggiamento di fondo della nostra preghiera, un ricordare a Dio
come si deve comportare da Dio. In fondo suggeriamo a Dio cosa deve
fare. «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai» Davanti
all’incomprensione di Pietro, Gesù mostra ciò che significa essere il
Cristo: donarsi fino alla fine. Pietro resta sconcertato. D’altra
parte, chi di noi non si è mai chiesto: perché bisogna soffrire, morire
e poi risorgere? Perché non puntare subito sulla resurrezione. Perché
sulle nostre pareti non appendiamo Gesù risorto invece di Gesù sulla
croce? Secondo le attese di tutti, il Messia, avrebbe debellato i
nemici e preso in mano il potere. Tutti si attendevano che il Messia
avrebbe eseguito il giudizio di Dio, portando la punizione dei malvagi
e la premiazione dei buoni. Certo, arriverà davvero la giustizia di
Dio, ma sarà misericordia per tutti. Ecco allora che Pietro esprime
apertamente il suo dissenso: Pietro gli propone di imporsi, di
eliminare la croce, la sofferenza ma Gesù lascia uscire dalle sue
labbra un rimprovero che non aveva mai rivolto a nessuno, neppure al
peggiore dei peccatori: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi
secondo Dio, ma secondo gli uomini». Il cosiddetto “primo Papa” riceve
il peggiore degli appellativi. Satana è quella mentalità che pensa che
vi possano essere altre strade al di fuori della logica dell’amore. Nel
deserto satana insinuò in Gesù la possibilità di vivere il suo essere
Messia, nella logica del potere, del possesso. La morte di Gesù non
sarà un incidente di percorso, ma una scelta. Pietro ha dato voce a
quel pensiero demoniaco che alberga nel cuore di tutti quelli che
ancora non hanno conosciuto il Signore della croce. Povero Pietro, ci
sarà rimasto male? Ma chi ama, va fino alla fine. Pietro in fondo stava
chiedendo a Dio, che è amore, di non essere Dio.
“Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la
sua croce e mi segua.”. Rinnegare se stessi significa rinunciare alla
propria idea di Dio, per accettare quella di Gesù: non più un Dio
glorioso e potente, ma un Dio che si svela nell'amore e nel dono di sé.
Ma potremmo anche dire che rinnegare se stessi significa cambiare la
logica della propria esistenza: non più una vita vissuta a vantaggio
proprio, ma una vita vissuta in dono. Ma Gesù ci dice: Se vuoi, nessuna
imposizione, ci lascia liberi di scegliere, di vivere la nostra storia
con lui ma abbracciando la croce. E per noi, per i discepoli che cos'è
la croce? La croce è lo spettacolo della eccedenza di Dio, del suo
voler strafare in amore. La croce del discepolo non sono le fatiche, le
malattie, il dolore quotidiano, cose inevitabili, ma solo da
sopportare. La croce è da prendere, dice Gesù, è da scegliere, come
riassunto di un destino e di un amore. • Gesù in questo momento sta
dicendo anche a me: “Se vuoi venire dietro a me...” Quanto mi impegno a
seguirlo? Quanto la croce mi fa paura? Quanto mi conformo alla
mentalità comune o mi impegno per cercare di cambiare qualcosa?
6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo
Spirito ti ha suggerito.
Signore Gesù, ti ringraziamo perché la Parola del tuo Amore si è fatta
corpo donato sulla Croce, ed è viva per noi nel sacramento della Santa
Eucaristia. Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristia diventi per
noi santità, onestà, generosità, attenzione premurosa ai più deboli.
Rendici amabili con tutti, capaci di amicizia vera e sincera perché
molti siano attratti a camminare verso di Te. Amen!
7) Impegno: Seguirlo significa tenere lo sguardo fisso su di lui, sulle
sue scelte e insegnamenti, come fonte d'ispirazione per le nostre
scelte quotidiane.