PARROCCHIA
SAN
GABRIELE DELL'ADDOLORATA
ORARIO
SS.
MESSE: FERIALI ore 09.00 - 18.00
-
FESTIVE ore
09.00 - 10.30 - 12.00 - 18.00
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DOMENICA
15 GENNAIO 2023
II
DOMENICA TEMPO ORDINARIO - ANNO A 1)
Invoca lo
Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla
comprensione della Parola. 2)
Leggi
attentamente il brano del Vangelo
Giovanni
testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal
cielo e rimanere su di lui. Io non lo
conoscevo,
ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul
quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito
Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di
Dio».
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore. 5) Rifletti: Finite le grandi feste del Natale, il nuovo tempo che la Chiesa ci consegna, il Tempo Ordinario, è un invito forte a costruire la nostra ferialità. È nello scorrere quotidiano e feriale dei giorni che dobbiamo vivere lo stupore del Dio-con-noi, la novità e la bellezza del Volto che Gesù ci ha rivelato. "Io non lo conoscevo", ripete per due volte Giovanni Battista.
Credeva di sapere, credeva di credere, credeva di conoscere. Tutta la sua vita
si era consumata intorno a quell'attesa, a quella preparazione, a
quell'incontro. Eppure ammette, non gli importa di apparire stolto e di
esplicitare un errore o una debolezza. "Io non
lo conoscevo". Così
è la nostra vita di ricerca. Così inizia questo tempo donato da Dio. Senza sapere.
Anche se già sappiamo. Senza sederci sulle certezze acquisite, sulle cose
donate e imparate, senza voler apparire arrivati o sapienti. Dio sa stupirci,
se lo lasciamo fare. La conoscenza di Dio nasce
sempre da un'esperienza. Il vedere non è solo un distratto guardare estetico,
curioso, superficiale. È l'atteggiamento di chi si pone davanti alla vita con
mille domande, ma non per il piacere di ascoltare il suono della propria voce,
ma nella consapevolezza che o siamo cercatori o non lo siamo. "ho visto",
dice Giovanni. Ha visto Gesù venire verso di lui, dopo il Battesimo. Ha visto
un Dio che gli si fa incontro, presente, prossimo, vicino. Come abbiamo visto
noi, in questi brevi ed intensi giorni di Natale. Abbiamo visto un Dio che
diventa bambino, che ribalta le nostre prospettive, che colma le nostre stalle,
che si rivolge agli sconfitti della storia. È questo il cristianesimo: lo
stupore di un Dio che prende l'iniziativa, che annulla le distanze, senza porre
condizioni, senza chiedere nulla in contraccambio. “ho visto e ho testimoniato”. Possiamo testimoniare solo se sperimentiamo,
non per sentito dire. Possiamo testimoniare solo se ammettiamo di non conoscere
e ci poniamo in ascolto, se ammettiamo di non conoscere a sufficienza. Il Battista aveva le sue idee sul Messia, ma
è stato l'incontro con Gesù che gli ha fatto capire chi era davvero il Messia. A volte riduciamo Dio a
dottrine, catechismi, dogmi, regole, ma Dio è un incontro. La grande domanda è:
"Ma io l'ho mai incontrato?" Chi ha incontrato Dio non è più lo
stesso. Il dopo non è più come il prima. Chi lo ha incontrato è una persona
nuova. E poi chi ha incontrato il Dio di Gesù ama e non giudica; ama e sa
perdonare; ama e non possiede. La fede nasce da un incontro, da un'esperienza,
dalla vita. «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il
peccato del mondo». Tutti i
giorni ascoltiamo nell'Eucarestia questa frase. Questa presentazione che
Giovanni fa di Gesù, contiene una novità strabiliante. È Gesù stesso che si
offre per noi, che si dona e si consegna, non c'è nulla da conquistare, non ci
sono punti premio da far segnare sulla tessera del buon cristiano, ma tutto è
un dono da accogliere e da condividere. Il Signore non chiede più sacrifici
all'uomo, ma sacrifica se stesso; non pretende la nostra vita, offre la sua;
non spezza nessuno, spezza se stesso; non prende niente, dona tutto. Gesù è l'agnello. Un agnello mite e senza pretese. E toglie, cancella,
elimina il peccato del mondo. Non i peccati, quelli piccoli o grandi che
possiamo commettere e che inevitabilmente commettiamo. Ma «il peccato». Quella distanza che ci allontanava inesorabilmente da Dio. Non esiste
più. A liberare il mondo dal peccato è Gesù. Non riduciamoci a pensare ai
peccati, gravi o lievi che offuscano le nostre giornate. Gesù è il Salvatore
che ci libera dal peccato, da quell’irrefrenabile tentazione di racchiudere
Dio, di dargli dei confini, di definirlo, di pretendere di avere tutto sotto
controllo, anche la sua vita e la sua opera. Lui viene, è venuto, è il Dio con
noi, nato tra noi per liberarci. Null’altro che questo: renderci liberi. E noi,
in tutto ciò che questo nuovo anno ci chiederà e ci donerà, saremo chiamati a
mettere i nostri piedi sulle orme di questo Gesù, Figlio di Dio e Dio stesso.
Lui ci chiama, e nella sua chiamata c’è già salvezza. Lui ci rende santi,
perché ci offre in dono lo Spirito. ·
Nulla mi può separare da Dio, neanche il
peccato. Sono consapevole di questo? Signore, fa’
che comprendiamo sempre più l’immenso dono del Battesimo con il quale siamo
diventati tuoi veri figli e lo facciamo crescere in noi con un cammino
spirituale che ci renda adulti nella fede, generosi nell’amore verso i nostri
fratelli e credibili testimoni del tuo Vangelo. Amen!
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