ORARIO SS. MESSE
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LA RIFLESSIONE SULLA PAROLA DI DIO, a cura di P. Tonino
MARTEDI' 01 NOVEMBRE 2022
SOLENNITA’ DI TUTTI I SANTI ANNO C
1) Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2) Leggi attentamente il brano del Vangelo Dal Vangelo di Matteo: (Mt 5,1-12): “In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».”
3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.
5) Rifletti: “Beati!. Beati! Beati!” Con queste nove beatitudini, Gesù inizia un lungo discorso. Quante volte pensiamo la fede come qualcosa che ci limita, ci ingabbia in regole rigide, e ci immette in una assurda gara di chi è più bravo e di chi sarà premiato e chi condannato. La santità stessa la concepiamo come punto di arrivo per chi è stato nella vita più in gamba e tenace nell’obbedire. Essere santi ci sembra solo sinonimo di rigore morale assoluto, conversione totale senza ritorno e assoluta certezza su Dio e gli insegnamenti della Chiesa. Il canto della montagna di Gesù, ci insegna che la beatitudine è prima di tutto dono di Dio, e non nostro traguardo. E’ Lui che dona il regno, è Lui che consola e dona misericordia, è Lui che ci chiama figli. A noi rimane solo di fidarci di questo, e di non pensare che povertà, fatica, dubbio, insuccesso possano toglierci questo dono. Anzi, il messaggio delle beatitudini ci dice che è proprio nelle situazioni umane più difficili che Dio ci viene incontro. La santità non è un premio finale di “buona condotta”, data solo a quei pochi che la chiesa ufficialmente proclama. La santità è un “incentivo” iniziale che è dato a tutti. A tutti fin da subito è data la presenza e la forza di Dio. A tutti Dio da’ fiducia, proprio come Gesù ci ha insegnato con la sua storia, quando ha chiamato a sé i discepoli senza prima testarli o chiedendo raccomandazioni. Si è fidato subito di loro, e loro hanno avuto poi tutta la vita per vivere il dono dell’amicizia ricevuta. Coloro che stanno sugli altari, e che oggi ricordiamo, hanno avuto la capacità di accorgersi e di fidarsi del dono di santità che anche noi abbiamo già ricevuto. Hanno saputo spendere bene nella loro vita, fatta di alti e bassi, di errori e continue conversioni del cuore, il dono di Grazia che viene da Dio, cioè il suo potente amore. E allora tiriamo giù dalle nicchie i fratelli santi, riportiamoli nella quotidianità della nostra vita, ascoltiamoli mentre ci suggeriscono i percorsi che ci portano verso la pienezza della felicità. I santi non sono persone strane, uomini e donne macerati dalla penitenza, ma discepoli che hanno creduto nel sogno di Dio. Il santo non è uno nato predestinato ma uomini e donne come noi, che si sono fidati e lasciati fare da Dio, non sono dei maghetti operatori di prodigi: il più grande miracolo è la loro continua conversione. I santi non sono perfetti e impeccabili, ma hanno avuto il coraggio, che spesso noi non abbiamo, di ricominciare, dopo avere sbagliato. Chiediamo ai santi un aiuto per il nostro cammino: Pietro ci doni la sua fede rocciosa, Francesco la sua perfetta letizia, Paolo l’ardore della fede, Teresina la semplicità dell’abbandonarsi a Dio. Così, insieme, noi quaggiù e loro che ora sono colmi, cantiamo la bellezza di Dio in questo giorno che è nostalgia di ciò che potremmo diventare, se solo ci fidassimo!
6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito. «Beati voi!» Continua a ripeterlo, Signore! Sali, anche oggi, sulla montagna alta e scoscesa della nostra indifferenza e urla per noi questa nuova possibilità di vita e di pienezza. Insegnaci a desiderare la tua felicità, fuori dalle logiche comuni, troppo oltre i bisogni naturali della nostra umanità. Insegnaci a scegliere di costruire una felicità che sia per tutti, per sempre; per il mondo, prima che per noi stessi; per il futuro di tutti, prima che per il nostro personale presente. Amen!
Impegno: Essere beati non è una promessa di felicità futura, ma una reale possibilità che ognuno può generare, qui e ora, scegliendo di costruire amore… vero!



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