ORARIO
SS. MESSE
FERIALI: ORE 09.00; 18.00 FESTIVE:
ORE 09.00 - 10.30 - 12.00 - 18.00
LA RIFLESSIONE
SULLA PAROLA
DI DIO, a cura di P. Tonino
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DOMENICA
30 OTTOBRE 2022
1) Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla
comprensione della Parola. XXXI DOMENICA DEL TEMPO ODINARIO ANNO C 2) Leggi attentamente il brano del Vangelo Dal Vangelo di Luca: (Lc 19,1-10): “In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».” 3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola 4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore. 5) Rifletti: “un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura”. Zaccheo era il capo dei pubblicani, gli impiegati del fisco, di solito appaltati dal Governo romano, spesso esosi e corrotti, erano detestati dal popolo e posti al livello dei peccatori pubblici e delle prostitute. Zaccheo è il capo, il più ladro di tutti, e tutti lo sanno. E’ molto ricco perché ha molto rubato. Vuole vedere Gesù, probabilmente è insoddisfatto, inquieto, per questo “cerca di vedere” altro. Nella vita avanza solo chi è spinto dal desiderio e non dalla paura. E’ piccolo di statura Zaccheo. Luca non ci sta indicando la sua altezza ma la sua percezione, si sente piccolo, inferiore, incapace. E’ il momento di prendere il coraggio a due mani. Zaccheo non ha paura di apparire ridicolo, non si vergogna di compiere un gesto indegno per il suo stato sociale. Bisogna vincere la paura del giudizio degli altri per trovare la propria strada. Lui, uno degli uomini più conosciuti, più temuti della città sale su di un sicomoro. Da lì, sa che tutti lo vedranno. Gesù cammina tra la folla, strattonato da chi cerca una guarigione, chi implora un aiuto, chi gli riversa addosso miserie e fatiche. Gesù si ferma, alza lo sguardo e incrocia gli occhi di Zaccheo. Non voleva incontrarsi con Gesù, voleva solo vederlo, sapere chi fosse ma è impossibile tentare di vedere Gesù senza essere visti da lui. Lui voleva vedere Gesù, ora si sente guardato, raggiunto da quello sguardo, il solo sguardo che non giudica, non condanna, non umilia, e perciò libera. Che cosa avrà visto Zaccheo in quegli occhi? Non lo sappiamo. Sappiamo solo che dopo quello sguardo nulla è più stato come prima. «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». «Devo» dice Gesù, è il dovere dell’amore: a Dio manca qualcosa. Nessuna predica, nessuna richiesta di pentimento. Non gli è chiesto di convertirsi, non gli è chiesto di cambiare vita, perché Dio perdona, non attende il pentimento. “Zaccheo”, lo chiama per nome. Per tutti era semplicemente “il capo dei pubblicani” ma per Gesù è Zaccheo. Chiamare per nome vuol dire dare dignità e dare un volto. Lo invita a scendere, innanzitutto dal piedistallo sul quale si era messo. Finalmente qualcuno ha fatto breccia nel suo cuore, ha smesso di giudicarlo. Zaccheo finalmente si sente amato per quello che è, gratuitamente, e gli viene spontaneo fare lo stesso. Gesù non pone condizioni e Zaccheo fa lo stesso. Nessuno gli ha chiesto di dare la metà dei suoi beni ai poveri, nessuno gli ha chiesto di restituire non il dovuto ma quattro volte tanto il rubato. Egli fa molto più di quanto la Legge poteva esigere. Questi sono i gesti dell’amore. Gesù ama Zaccheo gratuitamente e Zaccheo fa lo stesso. E’ l’amore che cambia la vita. Ci si sente amati, perdonati, quindi ci si pente. “devo fermarmi a casa tua”, Gesù s’invita a casa sua. I due se ne vanno, tra lo scandalo generale della folla. Gesù non ha problemi, entra in casa sua così com’è, sporca, disordinata. Ci portiamo dentro l’idea tremenda che il nostro peccato, ci ponga lontani da Dio perché il male allontana da Dio. Pensiamo che Dio si avvicini a noi solo quando siamo puri. La vita spirituale non inizia quando smettiamo di peccare, ma quando, nelle nostre fragilità, ricominciamo a desiderare di poterlo incontrare, anche se non lo meritiamo. Per fare esperienza dell’amore di Dio, non dobbiamo prima cambiare vita. Solo quando faremo esperienza del Suo amore gratuito, il nostro stile di vita inizierà a cambiare. Gesù entra nelle nostre vite e nelle nostre case così come siamo, viene a visitarci perché ha una bella notizia da portarci: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza». Oggi la salvezza è per me. Per me che vedo la mia vita scorrere inesorabilmente senza sussulti, per me che piango perché non ho saputo gestire la relazione con mia moglie o con mio marito, per me che vivo gli ultimi anni della mia vita nella solitudine, per me che non riesco a laurearmi, per me che non riesco a dare un nome a quello che sento dentro. Ognuno di noi, viene sempre chiamato per nome dal Signore Gesù, che vuol stare con ciascuno di noi, che vuol fermarsi nelle nostre case! Come ha detto a Zaccheo, così ogni giorno rinnova l'invito per ogni persona: "Aprimi il cuore, aprimi la tua casa, voglio stare con te!" Questo è bellissimo! Ci fa gustare la stessa felicità che ha provato Zaccheo quel mattino, a Gerico, sull'albero di sicomoro! • Mi chiedo: ma io apro il cuore al Signore che chiede di entrare? Mi lascio raggiungere dalla sua Parola, dal suo insegnamento? Come Zaccheo, voglio davvero provare a vivere secondo il Vangelo? Forse allora è importante prenderci adesso qualche minuto di silenzio, per ascoltare bene, nel cuore, l'invito che Gesù rivolge ad ognuno di noi: "Aprimi, fammi stare con te!" Rallegriamoci di questo invito del Signore e rispondiamogli con lo stesso slancio e la stessa gioia con cui Zaccheo è sceso dal sicomoro. 6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito. Entra nella mia vita, Signore! Donami, Signore Gesù, la stessa gioia che provò Zaccheo quando ti accolse nella sua casa. Donami la gioia del tuo perdono e della tua amicizia. Donami un cuore libero e puro, capace di amare. Amen! Impegno: Questa settimana ci alleniamo ad aprire le porte della nostra vita a Dio, al suo amore, al suo perdono. Lo Spirito Santo ci renda disponibili, come | |
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