ORARIO
ESTIVO SS. MESSE
FERIALI: ORE 09.00; 18.30 FESTIVE:
ORE 09.00; 10.30; 18.30 (ore 19.00 all'Oasi)
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DOMENICA
11 SETTEMRE 2022
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ODINARIO
ANNO C
1) Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla
comprensione della Parola. 2) Leggi attentamente il brano del Vangelo Dal Vangelo di Luca: (Lc 15,1-32): “In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».” 3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola 4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore. 5) Rifletti: “Un uomo aveva due figli”. Questo inizio, semplicissimo e favoloso, apre la parabola più bella, e nessuna pagina al mondo raggiunge come questa la struttura stessa del nostro vivere, nessuna lascia intravedere come questa il cuore stesso di Dio. La parabola non smette mai di commuoverci e ogni volta che l'ascoltiamo o la leggiamo è in grado di suggerirci sempre nuovi significati. Entrambi i figli hanno una pessima idea del padre, come mediamente noi abbiamo una pessima idea di Dio. Il primo figlio pensa che la vita sia puro divertimento ma comprende a sue spese che non è così. Tocca davvero il fondo e ritorna semplicemente perché gli conviene e si prepara il discorsino per essere accolto. Non ha capito che il padre, cioè Dio, lascia andare il figlio anche se sa che si farà male. Il figlio minore non sa che a casa non lo aspetterà una punizione, ma farà l’esperienza imprevedibile del perdono gratuito. L’altro figlio si offende per la festa in onore di suo fratello e come dargli torto. Il padre non è giusto nei suoi confronti. Lavora per lui da sempre senza avere mai nulla in cambio. Il figlio maggiore, che siamo noi, pensa che un giorno finalmente ci sarà il premio per tutto il lavoro che sta facendo. Insomma, Dio si ricorderà un giorno di tutte le Messe e le catechesi alle quali abbiamo partecipato. Se ne sta dunque fuori, ed è il padre a uscire ancora una volta, andando incontro anche a lui. Lo prega di entrare per partecipare alla gioia di suo fratello che ora è un uomo nuovo. Inutile: com’è possibile festeggiare suo fratello? Quando mai è stato festeggiato lui, rimasto fedelmente a casa? A questo punto Luca si ferma, la parabola non ha un finale. Il primo figlio ha cambiato idea? Il secondo è entrato a far festa? Non lo sappiamo. C’è speranza per chi ha sbagliato, ma anche per chi ha tentato di stare alle regole e si è accorto che non bastava per essere felici. Dio ci considera adulti, sta a noi decidere se entrare o no, se andare o no. E adesso guardiamo al padre e a quei cinque verbi da gustare al rallentatore. «Lo vide»: il figlio ha ancora la testa bassa per la vergogna ma non importa, il padre già lo vede. Gli occhi di Dio cercano, piangono. «Ebbe compassione»: Dio accarezza, consola, nutre, incoraggia. «Gli corse incontro»: l’amore ha fretta di abbracciare l’amato. Il padre non bada alla formalità, e corre perché non vede l’ora di accorciare la distanza che lo separa da suo figlio. «Gli si gettò al collo»: non si appoggia, si getta, sa che l’uomo ha bisogno di coccole, di qualcuno che lo abbracci, che lo stringa e gli dica “ti voglio bene”. «Lo baciò»: abbracciare è già molto ma baciare è di più. Dio punta in alto anche nelle affettuosità. Dio bacia l’uomo perché il bacio esprime tutto l’amore possibile. Il figlio comincia a pronunciare la confessione che aveva preparato, ma non riesce a portarla a termine. Non c’è tempo per indignarsi, perché sprecare minuti a rimproverarlo? Il padre non si preoccupa se il figlio si sia pentito, non lo lascia parlare, lo abbraccia stretto, gli impedisce gesti penitenziali ed espiatori, e così gli dona il suo perdono gratuito. Ecco chi è Dio, un padre che ama la libertà del figlio, la provoca, la attende. Non lo lascia arrivare ma gli corre incontro, perché ha fretta di abbracciarlo. Per Dio smarrire anche un solo figlio è una perdita infinita, non ha figli da perdere, Dio. E’ un padre che non rinfaccia, ma abbraccia; non sa che farsene delle nostre scuse, perché il suo sguardo non vede il peccato del figlio, guarda oltre. Nessun rimprovero, nessun rimpianto, nessun rimorso: è tempo di festa! Bisogna reintegrarlo in tutta la sua dignità: «Mettetegli l’anello al dito!». E infine esce a pregare il figlio maggiore, che ha un cuore di servo e non di figlio, e tenta di spiegare e farsi capire, e alla fine non si sa se ci sia riuscito. Dio non è giusto, è di più: è esclusivamente amore, è misericordia. • E’ questo il Dio in cui credo? Mi rispecchio nei due figli, in quale figlio identifico il mio comportamento? 6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito. Signore Gesù, grazie per averci mostrato come funziona il cuore di Dio. Noi vogliamo gustare, Signore, la bellezza di questo amore che libera e risolleva. Rendici, Signore, i figli autentici, capaci di perdono e di misericordia. Amen! 7) Impegno: Forse sono io l'amato perduto. Dio è in cerca di me. Se lo capisco, invece di fuggire correrò verso di lui. |
LA RIFLESSIONE SULLA PAROLA DI DIO, a cura di P. Tonino |
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