XVI DOMENICA DEL TEMPO ODINARIO - ANNO C
1) Invoca lo
Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della
Parola.
2) Leggi attentamente il brano del Vangelo
Dal Vangelo di Luca: (Lc 10,38-42): “In quel tempo, mentre erano in
cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo
ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai
piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta
per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non
t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille
dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti
affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno.
Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».”
3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore. 5)
Rifletti: “Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo
ospitò”. Il Dio di Gesù di Nazareth è terribilmente umano, cerca
ospitalità, cerca casa. Ha bisogno di amici, di qualcuno con il quale
fare due chiacchiere. A differenza di un amico però, verso il quale ci
premuriamo di fargli trovare un luogo ordinato, a Gesù non interessa
che nascondiamo i nostri disordini. Lui è “uno di casa”, uno di
famiglia, può essere accolto senza formalismi. Immagiamo Marta felice e
orgogliosa di ospitare in casa l’amico importante. Tutto dev’essere
perfetto per non fare una brutta figura. Apparecchia la tavola, prepara
il cibo, dispone tutto per fare festa. E’ agitata, indaffarata. Marta è
il modello di quelle persone che si sfiancano lavorando “per” la Chiesa
e “nella” Chiesa. Fa tanto, è vero, ma non quello che serve a Gesù.
Marta ha già deciso ciò di cui ha bisogno Gesù. In realtà è lei che ha
bisogno di essere riconosciuta da Gesù, ha bisogno di fare bella
figura, così che Lui possa dirle: “Ma che brava, che bella casa”. Ma
ecco che il generoso attivismo di Marta e il suo essere “distolta per i
molti servizi”, la porta ad accusare sua sorella: «Signore, non
t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille
dunque che mi aiuti». Gesù, affettuosamente raddoppia il nome: «Marta,
Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è
bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Gesù non sta contrapponendo “vita attiva” e “vita contemplativa”, come
se pregare fosse meglio che servire concretamente i fratelli. Gesù non
contraddice il servizio ma l’affanno, non contesta la generosità di
Marta ma l’agitazione. L’opposizione è tra ascolto e non ascolto del
Signore.
Marta vuole fare bella figura, vuole sentirsi stimata da lui ed è
preoccupata di deluderlo. Nella Chiesa dobbiamo stare attenti a un
“troppo” che è in agguato. Troppe attività, troppi obiettivi, troppo
correre. Ci possiamo agitare tutto il giorno per un sacco di cose
belle, ma se fatto con affanno, come Marta, allora è sterile, inutile.
Marta è affannata, è in balia della preoccupazione; più volte Gesù ha
messo in guardia i suoi discepoli dal cadere preda di questa “malattia”
tanto sottile quanto pericolosa. Gesù non vuole che Marta si agiti per
le troppe faccende di casa, importanti certo ma secondarie. Noi non
siamo le cose che facciamo. Con Dio non dobbiamo condividere solo
servizi ma possiamo scambiare pensieri, emozioni, sogni. Gesù cerca
amici, non servi. Il centro della fede non è ciò che io faccio per Dio,
ma ciò che Dio fa per me. Non ho cose da fare per Dio o doveri da
rispettare, per questo posso aprirmi allo stupore di ciò che Dio fa per
me. “Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua
parola”. Maria, a differenza della sorella, coglie il bisogno di Gesù.
Lui è lì semplicemente per essere ascoltato, non vuole essere servito e
riverito. Maria non dice una sola parola, lo ascolta e basta. Maria è
lì tutta per Lui e Gesù se ne accorge. Invece di costruire strutture e
edifici, nella Chiesa, dovremmo edificare innanzitutto relazioni,
“campi d’amore”. Di questo abbiamo bisogno. Poi verrà Marta con le cose
da fare ma prima di tutto Maria: questa è la parte buona di cui c’è
veramente bisogno. Occuparsi, non preoccuparsi; lavorare, non agitarsi;
servire, non trottare.
Marta e Maria abitano in noi in modo quasi inseparabile. Nella Chiesa,
Marta e Maria non sono in contrasto perché l’una non può fare a meno
dell’altra. Il servizio ha una sorgente ma non c’è amore che non debba
tradursi in gesti concreti. Sono due modi d’amare, entrambi necessari.
• Marta e Maria abitano in noi in modo quasi inseparabile. Con quale
delle due mi identifico di più? Quale lascio prevalere dentro di me?
6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo
Spirito ti ha suggerito.
Signore, oggi ci insegni a distinguere, a discernere ciò che conta
veramente, a non cadere vittime degli affanni e dell’agitazione e a
trovare il tempo per te, per sederci ai tuoi piedi. Tu inviti la Marta
che è in ognuno di noi a non trovare sotterfugi per sottrarsi alla
preghiera e all’ascolto della Parola. Signore, insegnaci l'ascolto,
seduti ai tuoi piedi come Maria, insegnaci il coraggio del silenzio,
l'ardore della preghiera, perché ogni nostra azione sia riempita di
interiorità. Grazie Gesù.
Impegno: Esercizio necessario è fermarsi e sostituire l’attivismo fine
a se stesso con l’ascolto dell’altro, del mondo e di Dio. Facciamo
nostra questa sfida e in questo tempo di vacanze non mandiamo in ferie
anche Gesù, scegliamo come Maria, la parte migliore.