DOMENICA 14 NOVEMBRE 2021

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                 XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B

1) Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.

2) Leggi attentamente il brano del Vangelo


Dal Vangelo di Marco: (Mc 13, 24-32) “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».”

3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola

4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.

5) Rifletti: “In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.” Gli antichi guardavano il cielo meravigliati. C'era il sole che, grazie al suo calore, consentiva di vivere. C'era la luna con la sua presenza affascinante e misteriosa. C'erano le stelle. Nel cielo gli antichi si orientavano: senza il sole, la luna e le stelle si sentivano persi. Anche a noi può capitare di perdere i riferimenti, può capitare, davanti ad una perdita importante, davanti al crollo dei riferimenti religiosi, quando tutto dev'essere rimesso in discussione. Quando camminiamo, ci separiamo da una posizione per andare verso un'altra. Ogni passo è un lasciare per prendere. Nella vita si cambia: si cambiano i vestiti, si cambiano gli amici perché le esigenze cambiano; si cambiano gli hobbies perché cambiano i nostri desideri; si cambia nel modo di amare, di educare. Ogni cambio costa fatica perché c'è qualcosa da lasciare affinché qualcosa di nuovo possa esserci. La storia, quella del mondo ma anche la nostra, è nelle mani di Dio e l'ultima parola su di essa sarà il trionfo del Risorto. L'universo non sta andando verso il nulla ma tra le braccia di Dio. Nulla andrà perso. Ogni gesto d'amore sarà ritrovato nel cuore di Dio. Gesù non vuole terrorizzare e non annuncia catastrofi ma invita a guardare la vita di adesso con occhi nuovi. Se non viviamo da risorti qui, non risorgeremo nemmeno dopo. Tutta la vita, in fondo, è segnata dall'attesa. Noi però spesso confondiamo l'attesa con l'aspettativa. L'aspettativa accetta solo ciò che ha già stabilito, mentre l'attesa non ha un oggetto, è apertura all'imprevisto, è accoglienza dell'inaudito, insomma accetta tutto ciò che le viene incontro. L'aspettativa fa conto su di sé: siamo noi a decidere cosa è bene e cosa è male per noi, siamo noi a decidere cosa Dio deve darci. L'attesa, invece, si nutre di fiducia: crede che ogni arrivo abbia un senso, anche se non si comprende. L'aspettativa vuole tutto e subito: l'attesa, invece, sa che ogni cosa ha il suo tempo. L'aspettativa proietta nel futuro, illude che quando accadrà ciò che si aspetta, si sarà finalmente felici: l'attesa, invece, è vivere il presente, riconoscere che la felicità è una scelta, oggi. L'aspettativa genera ansia mentre l'attesa genera pace. Insomma, la vita vissuta nell'attesa non sarà l'involucro delle nostre paure, ma lo scrigno delle nostre speranze. Chiediamo a Gesù il desidero di vivere oggi, questo tempo, questa storia, questa vicenda umana, senza perderlo mai di vista, e la forza e il sostegno per il nostro cammino terreno pensando che egli verrà, ma non con il dito puntato, ma con un abbraccio di misericordia. “Il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno”. Non preoccupiamoci se tutto cambia e si evolve, Dio resta per sempre!

• Come vivo il pensiero della morte? Penso a un Dio giudice e punitivo o piuttosto ad un incontro gioioso con il Padre? Verifico le mie azioni, rivedo il mio cammino e metto in discussione le mie scelte nell’attesa di doverne rendere conto?

 6) Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo Spirito ti ha suggerito. Signore Gesù, fammi comprendere che tu sei per eccellenza il Dio che viene, che con l'aiuto di Maria Madre Santissima io possa percepire nella fede questo tuo venire dentro i nostri giorni e vivere questo incontro. Amen!

7) Impegno: L’oggi non è per sempre. Non rimandiamo a domani le nostre opere buone.

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