XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
1) Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2)
Leggi attentamente il brano del Vangelo
Dal Vangelo di Marco: (Mc 12, 38-44) “In quel tempo, Gesù [nel tempio]
diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che
amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere
i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano
le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi
riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro,
osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano
molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno
un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In
verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro
più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro
superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello
che aveva, tutto quanto aveva per vivere».”
3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.
5)
Rifletti: “Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi
gettava monete”. Ciò che fa imbestialire Gesù è che gli scribi erano
gli esperti della Scrittura, della Bibbia: erano gli esperti di Dio.
Avevano Dio sulle labbra ma non nel cuore. Dio non era un incontro, ma
scienza, cultura, qualcosa che si poteva imparare a memoria. Marco ci
sta dicendo che possiamo sapere tutto di Dio e rispettare tutte le
regole, ma se il Signore non ci fa sussultare l'anima e le sue parole
non ci fanno vibrare le corde del cuore a che serve tutto quello che
sappiamo? Ai tempi di Gesù, come oggi, queste sono le storture più
pericolose per l'uomo religioso che non serve Dio e i fratelli, ma si
serve di loro. Apparire, farsi vedere, ostentare è il contrario
dell'amore. L'amore non è apparenza ma condivisione del nostro essere.
La carità vera è donare un vestito senza poterne comprare un altro, è
fare a meno di un pezzo di pane preferendo il digiuno. Irritato dagli
scribi, Gesù si va a sedere vicino alla cassetta delle offerte posta
all'ingresso del tempio e osserva come la folla getta le monete. “Ma,
venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo”.
Le vedove non avevano sostentamento, vivevano mendicando. Quei due
spiccioli probabilmente erano il frutto della sua giornata di
elemosina. Quella donna dona tutto quello che ha, ma proprio tutto. Il
suo dono è radicale. Si affida totalmente a Dio. Gesù non bada alla
quantità di denaro. Conta quanto cuore, c'è dentro quei due spiccioli.
Sono niente ma pieni di cuore. Dio non vuole qualcosa, Dio vuole
semplicemente tutto. Dio non vuole cose da noi; vuole noi. Se non fosse
stato per lo sguardo di Gesù, nessuno mai avrebbe saputo di questa
donna. Solo agli occhi di Dio può risplendere il dono di queste persone
nascoste. L'amore non riguarda la quantità ma la qualità, cioè la
capacità del cuore di togliere qualcosa da sé per darla a un altro. In
questo brano c'è una delle condanne più dure che Gesù annuncia nel
Vangelo e dove avviene? Nel tempio di Gerusalemme. E nei confronti di
chi? Verso la casta religiosa del tempo. Loro volevano mettersi in
cattedra ma Gesù non la pensa così: è la vedova che ci deve salire. La
vedova è il modello del discepolo che mette tutto nelle mani di Dio. Il
mondo è sorretto da uomini e donne come la vedova, di cui i giornali
non si occuperanno mai, perché fanno una vita nascosta, fatta di
giornate spesso cariche di fatica. I primi posti di Dio appartengono a
quelli che, nelle nostre case, regalano vita alzandosi al mattino
presto per preparare il pranzo prima di andare a lavorare, accudiscono
un figlio malato conservando il sorriso e compiono mille gesti non
visti da nessuno. La santità è fatta da piccoli gesti pieni di cuore.
La capacità di dare, anche quando non si possiede nulla, ha in sé
qualcosa di divino. Tutto ciò che facciamo con amore, ci avvicina
all'assoluto di Dio. Tutto il Vangelo è racchiuso in un bicchiere
d'acqua dato per amore. Tutta la fede è racchiusa in due spiccioli,
dati con il cuore.
● Che cosa è per noi il superfluo? Siamo capaci a rinunciare a qualcosa
che ci piace per donare l'equivalente al fratello bisognoso?
6)
Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo
Spirito ti ha suggerito.
Signore Gesù, tu guardi il nostro cuore e vedi in realtà quello che
siamo. Ti preghiamo, trasforma il nostro desiderio di ostentazione in
umiltà, il nostro attaccamento al denaro in carità generosa e umile.
Amen!
Impegno: La santità? Piccoli gesti pieni di cuore.
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