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19
SETTEMBRE 2021
XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
1) Invoca lo Spirito Santo perché possa aprire il tuo cuore alla comprensione della Parola.
2) Leggi attentamente il brano del Vangelo
Dal
Vangelo di Marco: (Mc 9, 30-37) “In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli
attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.
Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo
viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una
volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste
parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu
in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?».
Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi
fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole
essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E,
preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse
loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie
me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»”
3) Rileggilo più volte per interiorizzare ogni Parola
4) Adesso fai silenzio perché Gesù possa parlare al tuo cuore.
5)
Rifletti: Gesù è in viaggio verso Gerusalemme insieme ai suoi discepoli
e lungo la strada parla di sé e di ciò che potrebbe accadergli. La
strada è la stessa, ma i loro cuori sono su sentieri diversi. Marco
annota che "Essi però non capivano queste parole ". I discepoli non
volevano comprendere, per questo non gli facevano domande in proposito.
Perché non ascoltano? Per evitare di diventare responsabili di ciò
ascoltano. Lui parla di dare la vita, annuncia la sua resurrezione e i
suoi che fanno? “Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi
fosse più grande.” Abbiamo un innato bisogno di affermazione. Siamo
onesti: anche senza accorgercene cerchiamo continuamente riconoscimento
e gratificazione. E' normale che sia così, di per se non è sbagliato.
Comincia a diventare un problema quando tutta la nostra vita è vissuta
all'insegna dell'insicurezza, alla continua ricerca di conferme. Sono
passati duemila anni eppure siamo ancora lì, a quell'incomprensione.
Siamo un po' tutti preoccupati del nostro potere, piccolo o grande che
sia. Cerchiamo di guadagnarci un angolo di palcoscenico sul film della
vita per saziare un po' della nostra fame di protagonismo. Ma la cosa
sorprendente è la reazione di Gesù. Dio capovolge gli schemi e ci
chiama fuori da quelle piccolezze che noi chiamiamo normalità. Gesù non
rimanda a casa i discepoli, non li incenerisce, non li rifiuta. Si
siede, li chiama vicini e ricomincia di nuovo. Tenta un'altra via per
correggerli: rivelare loro la sola grandezza, quella del modo di essere
di Dio. Alla voglia di potere dei suoi, Gesù contrappone la sua logica:
«Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di
tutti». Non è proibito voler essere il primo, non è peccato, è
possibile. Gesù non proibisce il desiderio di voler essere il primo,
anzi lo incoraggia. E' il modo di realizzarlo che è diverso: non a
spese degli altri, ma a favore degli altri. Infatti, aggiunge: "... sia
l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”. Il nostro valore è
assoluto. Noi valiamo a prescindere, non siamo il posto che occupiamo.
La nostra inclinazione è comandare, accumulare, possedere, non certo
essere servi. Eppure Gesù ricorda ai suoi che il servizio è il nome
nuovo della storia. Ma questo non basta: bisogna essere «servitore di
tutti » dice Gesù, senza condizioni, senza limiti di famiglia, di
gruppo, di chi lo meriti o non lo meriti. Chi ama non ha bisogno di
dominare. Gesù sembra dire ai suoi: "Al centro mettete sempre l'amore".
E' questa l'unica ragione per scegliere l'ultimo posto con la certezza
che sia il primo. L'amore è l'unico motivo logico per accettare un
capovolgimento illogico. Questa è una radicale novità di pensiero, di
vita.
●
È difficile stabilire se noi davvero non capiamo oppure non vogliamo
capire le parole di Gesù. Forse più spesso non vogliamo, perché sono
troppo scomode?
● Carriera, denaro
e potere sono tentazioni permanenti anche tra i cristiani. Esaminando
noi stessi, quanto siamo immuni da questa tentazione?
6)
Prega: Trasforma in propositi e in preghiera le riflessioni che lo
Spirito ti ha suggerito.
Aiutaci, Signore Gesù, a smettere di gareggiare per essere meglio degli
altri e vedere negli altri solo dei possibili avversari ma donaci la
forza e la gioia di metterci a servizio degli altri con la tua stessa
umiltà per essere figli di Dio, per essere luce di Dio, per essere
nell'amore di Dio. Amen!
Impegno: Vincere il proprio orgoglio, rinunciare a prevalere, a
primeggiare, ma guardare ogni persona che incontriamo come una
opportunità per servire, per vivere relazioni con lo stile evangelico.