FESTA DI SAN GABRIELE DELL’ADDOLORATA Undicesimo
di tredici figli, Francesco (Checchino) nacque ad Assisi, città che il
padre Sante Possenti fu incaricato di presiedere. All'età
di quattro anni morì la madre, e la famiglia seguì i vari spostamenti
che la professione paterna comportava. Questo fino a quando si
stabilirono a Spoleto dove Francesco frequentò gli insegnamenti dei
Fratelli delle scuole cristiane e dei Gesuiti. Egli conduceva una vita
normale per un ragazzo della sua età e della sua epoca. Era noto per la
sua personalità affettuosa ed estroversa.Francesco attirava
l'attenzione delle ragazze della città. Durante
una malattia, ancora ragazzino, promise di diventare religioso se fosse
guarito. Guarì due volte, ma egli procrastinò questo impegno. Ebbe
un'infanzia marcata dalla morte di tre sorelle e soprattutto della
madre. Durante
la processione dell'icona del duomo di Spoleto, il 22 agosto 1856,
Francesco sentì una voce interiore che lo invitava a lasciare la vita
borghese per farsi religioso passionista. Nonostante le forti
difficoltà presentategli dal padre, Sante Possenti, Francesco fu in
grado di vincere tutti i suoi argomenti e di persuaderlo della natura
genuina della sua vocazione religiosa. Francesco
prese i voti nella comunità passionista, assumendo il nome di 'Gabriele
dell'Addolorata', che rifletteva la sua devozione - radicata in lui fin
dall'infanzia, tra l'altro, da una statuetta della Pietà che la madre
conservava in casa - per la Madonna Addolorata. Trascorse sei anni nella congregazione passionista (1856-1862). Verso
gli ultimi due anni, quando era già in comunità a Isola del Gran Sasso
d'Italia presso il ritiro della Concezione (1859-1862), venne colpito
dalla tubercolosi ossea, ma si sforzò sempre di seguire in tutto la
vita regolare conventuale compatibilmente con la sua situazione di
malattia. Fino a due mesi precedenti la morte poté seguire le
celebrazioni liturgiche. Mantenne fino alla fine la sua abituale
serenità di animo, al punto che gli altri confratelli erano desiderosi
di passare del tempo al suo capezzale, oltre ai normali doveri di
assistenza. Gabriele si rassegnò totalmente alla sua morte imminente.
Prima che potesse venire ordinato sacerdote, per motivi di salute e per
i motivi politici, Gabriele morì, all'età di soli 24 anni, nel suo
monastero passionista, stringendo al petto un'immagine della Madonna
Addolorata. Benedetto XV ha canonizzato Gabriele nel 1920 e Pio XI lo ha dichiarato patrono della gioventù cattolica. La sua memoria liturgica è celebrata il 27 febbraio. Per noi è un giorno speciale AUGURI A TUTTI NOI “SANGABRIELINI” |
a cura di P. TONINO
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